mercoledì 2 dicembre 2009

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Sana e robusta?
La Costituzione: Riformare? Attuare? Curare?

Lettura teatrale con Andrea Cereda e Ilaria Cappelluti

Il 2 giugno del 1946 i cittadini italiani, uomini e donne, furono chiamati a decidere fra monarchia e repubblica. Nacque la Repubblica Italiana, democratica e fondata sul lavoro (come si legge nell’articolo 1 della Costituzione entrata in vigore l’1 gennaio del 1948).
 



Mentre aumentano i conflitti fra i diversi poteri dello Stato e sempre più spesso si sente parlare di riformare la Carta Costituzionale, forse vale ancora la pena, e a maggior ragione, di soffermarsi su quella legge fondamentale della nostra Repubblica, e sulla sua storia, perché aldilà di parole e riforme, di sicuro è ancora il tempo di lavorare insieme per attuarla.

“Mica possono studiare tutti quanti! E i lavori sporchi poi chi li fa? Ci vuole chi spala le fogne e coglie i pomodori, così ci togliamo pure i neri dalle scatole…”
“Veramente la Costituzione dice che l’istruzione è un diritto fondamentale di…”
“Eh, la Costituzione! Quella sta piena di fesserie, è vecchia, non è al passo coi tempi…”
La signora Principe, che gestisce una scuola privata, annuisce entusiasta.
“E’ giusto, avvocà, dite bene! Se uno non tiene i soldi mica si compra la casa al mare! E allora perché chi non tiene i soldi deve avere la scuola gratuita? Sì, ma per fortuna adesso questa demagogia del diritto allo studio è finita, sono venuti i tempi nuovi! Chi è capace, va avanti, e chi no, si frega…”
Giuseppe Montesano

(tratto da “Magic People”)

Una società nella quale la garanzia dei diritti non è assicurata e la separazione dei poteri non è definitivamente determinata non ha costituzione”
(dall’art.16 della Dichiarazione francese dei diritti del 1789)

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